Quando a scuola fa veramente caldo!


La prof. stava ancora spiegando ma nessuno la stava più ad ascoltare: eravamo tutti occupati a fare le cartelle, trepidanti. C'era chi era già pronto che tendeva l’orecchio per udire la campanella e chi addirittura si spostava verso i banchi più vicini alla porta, pronto a scattare.
-Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin!- la campanella suonò e un branco di bufali impazziti sfondò la porta ammucchiandosi su di essa per uscire.
Non era l’ultima ora: ne mancavano ancora due, quelle del prof Ruffo in palestra. Erano i primi giorni di giugno e faceva caldo, molto caldo; l’aria di vacanza si poteva già respirare al liceo Cubi di Vicenza: il clima era piuttosto rilassato, tutti sorridenti al pensiero che a breve sarebbero iniziate le vacanze estive e che comunque le lezioni andavano via via scemando di complessità.
Io non corsi in palestra come gli altri: ci andai camminando non troppo di fretta con i miei compagni Matteo Zoppillo detto Zopp, Gaspare e Diego Veneta, il cui cognome ispirava un sacco di freddure al prof. di geografia Gottardo.
Nascondevamo un sorriso un po’ beffardo dietro la nostra finta espressione indifferente, infatti, per quel giorno avevamo architettato qualcosa: gavettoni!

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