Capitolo 4


Alle undici e mezza di mattina il cellulare di Patrick squillò “Pronto?” disse alzandosi dal letto assonnato.
“Ehilà!” era Jacopo.
“Ehi… ciao Jacopo…” aveva una voce da sonno che sembrava si fosse alzato da un letargo durato anni.
“Allora, oggi?” ci fu una breve pausa, Patrick si stava lavando la faccia.
“Come scusa?” la voce si era fatta più sveglia “Ah si, oggi? Beh un truzzo non fa molto durante il giorno, puoi scegliere: o andiamo in giro a cazzeggiare, o andiamo… ah si!” si era come illuminato “Si potrebbe… vediamo… senti vieni da me oggi pome, visto che i miei non ci sono, ti insegno un po’ a ballare tecktonik, ti facciamo l’account di facebook e poi ti vestiamo bene che sta sera si va in disco!”
“Ah… ok… per che ora?” il suo tono suonava un po’ perplesso.
“Vieni pure per le quattro”

Alle quattro meno dieci Jacopo era già sotto casa di Patrick, suonò al campanello “Bortolon – Zordan” ed entrò.
“Allora” disse Patrick “come prima cosa… beh ti do almeno dei vestiti comodi perché così proprio non si può fare” aprì un cassetto e gli diede dei pantaloni della tuta neri e una maglia grigia a maniche corte. Jacopo si cambiò “Sì, perfetto… beh, peccato per quei capelli che proprio non si abbinano a niente, ma magari te li facciamo tingere… allora… adesso impariamo a fare tecktonik va bene?”
Jacopo era molto imbarazzato ed emise solo un “mmh” al posto di un “ok” o “va bene”. La lezione cominciò: Patrick mise della musica house a tutto volume sul suo stereo, era molto monotona, e cominciò ad insegnare delle mosse al suo amico. La lezione proseguì per circa un’ora e mezza, nella quale cambiarono solo quattro canzoni, che a Jacopo parevano tutte uguali. Nonostante la sua riluttanza, il carota fece grandi progressi imparando una decina di mosse, piuttosto bene. “Perfetto! Oh vecchio stai facendo passi da gigante! Adesso sei pronto per la disco!”
Jacopo sorridette: “Bon e adesso?”
“E adesso Facebook vecchio! Poi ti carichiamo i video di te che balli tecktonik!”
Jacopo rimase impassibile, in un’altra situazione avrebbe rifiutato immediatamente, ma adesso cominciava a prenderci gusto, si disse che ci avrebbe pensato più tardi. Crearono l’account di Facebook e lo sistemarono per bene; poi Patrick guardò l’orologio: “Mmh siamo in anticipo sulla tabella di marcia…tanto vale iscriverti anche su Netlog!” E così fecero.
“Bene, ora che abbiamo fatto tutto possiamo cominciare a fare un bel po’ di foto da caricare e a curare un po’ il look…” lo squadrò per bene “…ho io ciò che fa per te…” andò in bagno e tornò con un barattolo di lacca “…questa è speciale! È pure brillantinata!”
“Che schifo!”
“Per fortuna che ti sei tagliato i capelli da poco!”
“Merda!”
“Su, su, facciamo i capelli, ti vestiamo per bene… e poi… DISCOOOO!”
Ci misero circa un paio d’ore a prepararsi e a scegliere i vestiti. Jacopo si mise il gel, poi indossò una maglietta azzurro puffo della “Paul Frank” con la scimmia metà robotizzata e metà no, pantaloni bianchi, e scarpe verdi fosforescenti. Sopra alla maglia si mise un gilet molto leggero fucsia; Patrick invece portava una maglia simile solo che rossa, e con la scimmia col casco da giocatore di hockey, pantaloni verdi, scarpe bianche e viola e una felpa con la cerniera aperta per far vedere la faccia della scimmia, color giallo evidenziatore. Per coronare i loro abbinamenti improponibili, entrambi indossarono degli Carrera blu elettrico. Dopo la preparazione, si fecero una cinquantina di foto, che finirono tutte nei social-network nei quali il carota era stato appena iscritto.
“Bene, adesso dove e soprattutto come andiamo?” chiese Jacopo.
“Che domande! MAXXII!”
“Non al maxxi! È pieno di truzzi!”
“Vedrai che ti divertirai, ci porta mio papà, appena torna, suona il campanello e noi scendiamo”
Appena finì di completare la frase ecco il suono del campanello. Jacopo si sentì una fitta al cuore, ma si rassegnò e imitò l'amico indossando gli occhiali da sole, ma li tolse subito perché con le lenti nere non vedeva niente ed andò a sbattere contro una colonna.
Salirono in macchina, Patrick si mise davanti e mise un cd di musica house, suo padre piuttosto irritato spense immediatamente la radio e disse “Per favore! Già torno da lavoro e mi trovo mio figlio e un suo amico conciati come pagliacci! No anche sta musica!”
Il viaggio proseguì in silenzio, finchè non arrivarono davanti alla discoteca, scesero e il padre di Patrick disse: “Passo a prenderti all'una, ok?”
“Ok, ciao papà” la macchina ripartì subito. Patrick si rivolse a Jacopo “Allora… sei pronto? Vuoi che facciamo un ripasso delle mosse?”
“No no dai, entriamo. Prima finisce, meglio è”.

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1 commento:

  1. Bello! Racconto molto simpatico e originale ma il Maxxi è una discoteca pomeridiana...

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