Capitolo 4



Dopo circa un’ora il signor Williams era gia di ritorno a casa. Quando entrò, la signora gli corse incontro “Oh eccoti finalmente! Dov’eri finito sono due ore che sei via si può sapere che hai fatto? Ti sei dimenticato il cellulare a casa! Ormai il pranzo si è raffreddato!”
“Scusa cara…” disse il signor Williams con un tono un po’ implorante “… ma ho scoperto un indizio molto importante e sono corso da Theodore a riferire… ora mangiamo e ti racconto tutto.” I due pranzarono e Williams raccontò tutto alla moglie “… così ho concluso che questa notte farò da guardia allo zaino e attenderò che il nostro uomo si faccia vivo, che ne pensi?”
“Beh… se te la senti… ma non vorrai mica usare la pistola?”
“No non credo, però in caso di emergenza è meglio che la tenga a portata di mano che non si sa mai, ma ti prometto che farò di tutto per non doverla usare, né come minaccia né tanto meno per sparare! Credimi!” le disse prendendole una mano, accarezzandola col pollice.
La signora Williams sospirò rassegnata.

Calò la notte. “Allora io vado a letto, mi raccomando stai attento e sii prudente, non credo che riuscirò a dormire e non farti scrupoli a chiamarmi!” disse la signora visibilmente preoccupata “Ti prego fai molta attenzione!”
“Si stai tranquilla, ma a meno che non ti chiami io, qualsiasi cosa succeda tu non fare niente. Stai tranquilla, ok?”
“Ok” rispose sempre più preoccupata e con una voce tremolante come se fosse sul punto di piangere. Corse al piano di sopra, in camera da letto, per evitare di preoccupare marito inutilmente.
Il signor Williams si sedette sulla poltrona del salotto e piazzò lo zaino nel tavolinetto proprio davanti a sé. Si era inoltre preparato un termos pieno di caffè. Dopo circa un’ora versò del caffè in una tazza ma notò che gli tremava la mano dalla tensione, così decise di correggerlo "solo questa tazza, giusto per calmarmi un po’’ pensò. Pochi minuti dopo aver bevuto la tazza crollò in un sonno profondo.
Sognò di essere un ladro, non un ladro qualsiasi, sognò di essere proprio il ladro che doveva incastrare. Nel suo sogno il signor Williams entrò in casa sua per la finestra della cucina che dava sul retro della casa, andò in corridoio ed passò per la porta in fondo ad esso, la porta della cantina. Prese lo zaino e uscì per dov’era entrato. Fuori c’era una lieve foschia e la strada era illuminata a tratti da alcuni lampioni disseminati per il paese. Il signor Williams, o meglio, il ladro che sognava di essere, dopo aver attraversato i giardini sul retro di qualche casa uscì in strada dove proseguì silenziosamente e tranquillamente per qualche isolato. Per le strade non c’era nessuno ma lui non dava nell’occhio lo stesso, in parte perché era silenziosissimo, in parte perché sfruttava le porzioni di strada non illuminate e in parte perché ormai tutti stavano dormendo da un po’. Ad un certo punto andò sul retro di una casa attraversando il giardino, scavalcò agilmente lo steccato e si ritrovò sul retro della casa a fianco, aprì silenziosamente la finestra ed entrò. Era nella cucina, al buio, chiuse la finestra dietro di sé e si mosse a tentoni. Poggiò la mano su un oggetto un po’ particolare, pungeva un po’, probabilmente una forchetta, aprì lo zaino e la gettò dentro. Si diresse verso la stanza adiacente, sempre muovendosi molto cautamente, ma questa stanza era lievemente illuminata dalla luce di un lampione in strada che filtrava dalle tende, andò verso il tavolo ma non trovò niente. Si diresse allora verso la finestra del salotto per uscire, inciampò su un paio di pantofole, le prese e le mise nello zaino. Prese inoltre una pianta grassa che stava su davanzale della finestra. Si stava facendo tardi e sentì dei rumori dalla strada parallela. Uscì dalla casa per la finestra e corse verso casa sua, prima di arrivare però si fermò davanti a un cassonetto, svuotò lo zaino e corse a casa. Arrivato davanti alla casa aprì la finestra del salotto buttò lo zaino sul tavolino e scappò sparendo nel buio. A questo puntò il signor Williams si svegliò di colpo.

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