VIDEOGIOCHI? NO GRAZIE




Capitolo 1


Era un'uggiosa giornata di metà ottobre. Nebbia e freddo ci circondavano. Di congelarmi fuori all'aperto non se ne parlava, quindi me ne stavo in camera mia, con il pc acceso, accarezzando il mio coniglio Peter, che tenevo in grembo, mentre un fiume di pensieri mi invadeva senza che dessi loro troppo peso. Ad un tratto si aprì una finestra di conversazione Messenger: era Jonathan che mi informava dell'uscita di un nuovo videogioco di ruolo, per il giorno successivo. Pensai a chi poteva essere interessato alla mia proposta di andare a provarlo. -Lampo di genio! C'è Gianpietro che sarà sicuramente d'accordo!- Uscii dalla stanza circospetto, cercando di essere il più naturale possibile, afferrai la cornetta del cordless e tornai in camera assicurandomi che nessuno facesse caso alla telefonata che stavo per fare. Composi frettolosamente il numero tanto che lo sbagliai un paio di volte. Finalmente riuscii a comporlo giusto. Un paio di squilli interminabili ed eccolo.
“Pronto?”
“Oh, Giampi! Andiamo al negozio di videogiochi domani?” dissi tutto d'un fiato, in totale estasi.
“No, Giuse, non posso, mi spiace sul serio. Fosse per me, verrei, ma i miei non mi lasciano” mi rispose con tono estremamente desolato.
“Eddai, il viaggio Grantortino-Vicenza l’abbiamo fatto mille volte!” Ribattei prontamente.
“Lo capisco, ma i miei non vogliono che passi troppo tempo davanti ai videogiochi e quindi, se vengo a Vicenza con te, sanno che andremo sicuramente al negozio…” Rispose mortificato Giampietro. Rimasi in silenzio. Prima di riuscir a formulare una risposta, Giampi continuò “e poi ho da studiare domani, nei prossimi giorni sarò pieno di interrogazioni” Aveva un tono poco convinto, sapevo che erano solo scuse e lo sapeva pure lui. Un sorriso furbesco mi si aprii in viso:
“E se gli dicessimo che andiamo a giocare a calcio?”
Nonostante i genitori di Gianpietro non lo lasciassero, lo convinsi di fare le cose di nascosto, così, il mattino seguente, partimmo alla volta del nostro giardino dell’Eden. Durante il viaggio giocammo a carte per molto tempo mentre conversavamo del più e del meno, dai nuovi videogiochi in commercio,al nostro rendimento scolastico.
“Che scusa ti inventerai da dire ai tuoi, nel caso vengano a sapere della nostra scampagnata?” sbottai in un momento di silenzio, tra un turno e l’altro.
“Ancora non lo so, pensavo di dirgli che siamo andati a casa di Giacomo a lago di Fimon” mi rispose visibilmente poco interessato, ma concentrato sulla sua prossima mossa.
“Sei un genio socio! Incredibile cosa riesce a sfornare quella tua testolina!” esultai.
“Modestie a parte, io sono Gianpietro.” Concluse, in maniera quasi troppo teatrale. Giocammo a carte per il resto del viaggio, concentrati, quasi in un silenzio religioso. Finalmente arrivammo alla stazione e tirai fuori la cartina, sulla quale avevo evidenziato la strada per arrivare al negozio di videogiochi. Girammo per venti minuti e quando arrivammo al negozio scoprimmo che era a non più di duecento metri dalla stazione. Annusai l’aria: “Mmh senti che profumino da videogiochi nuovi!”
“Già!” rispose Gianpietro. Un suono sommesso proveniente dal mio amico mi lasciò interdetto.
“Cos’era?? Il tuo stomaco?” chiesi allarmato.
“Già!”
“Sembrava il russare di un pokèmon!”
“Già!”
“Mmmhhh…Direi che è meglio se mangiamo, se no ci viene un calo di zuccheri!”
“Già!”
Girammo per un paio d’ore alla ricerca di qualcosa di commestibile quando da lontano notammo quella “M” gialla quasi come fosse un miraggio: il McDonald’s. Dopo esserci abbuffati delle schifezze più inimmaginabili, ci dirigemmo nuovamente verso il negozio di videogiochi; ad un certo punto chiesi a Giampi: “ Sei sicuro di ricordarti la strada? perché stiamo girando intorno da un ora se non te ne fossi accorto…’’
‘’Veramente io stavo seguendo te!”
“Ok forse è meglio consultare la mappa” suggerii.
“Già!”
Tirai fuori la mappa dallo zaino e iniziai a consultarla, ero talmente preso che non sentivo gli avvertimenti del mio compagno, che mi dicevano di fare attenzione agli scalini, infatti inciampai e finii con la faccia e la cartina dentro una pozzanghera. Mentre Giampi si preoccupava per la mappa ed era chiaramente ad un passo da una crisi di pianto isterico, io cercavo di raddrizzarmi il naso e gli dissi seccato “Grazie dell’interessamento eh…”
“Taci, insensibile! Guarda come hai ridotto la mappa!!! Ora non torneremo mai a casa! E c’è di peggio! Non arriveremo mai al negozio!!!”

Il capitolo è appena finito! Se vuoi preseguire con il secondo capitolo clicca qui oppure torna alla home.

10 commenti:

  1. Wow! Non c'è che dire. è proprio una bella storia. Non vedo l'ora di leggere il secondo capitolo. Bravi raga. Però, come mai le righe sono una intera e una con una parola sola?

    Nemanja Rajic

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  2. Bella domanda, comunque grazie

    Stefano

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  3. “Eddai, il viaggio Grantortino-Vicenza l’abbiamo fatto mille volte!”
    Non credete che finisca così! ...voglio i diritti! Senza di me non avreste nemmeno saputo della sua esistenza!! :)
    Comunque bravi, bel racconto; e adesso aspettiamo il secondo :)
    Bravi.
    A domani
    ciao ciao
    Matteo Zopp

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  4. Che bello! Mi piace un sacco, molto divertente :)

    (attenzione a qualche piccolo errore qua e la lauraaaXD)

    Bello bello!

    Federica

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  5. Bello, molto bravi :)! Solo che c'è un particolare che mi lascia un po' confuso... dalle prime righe e dalla conversazione al telefono con Giampietro sembra che i due siano già stati al negozio più di qualche volta visto che i genitori di Giampi gli vietano di andare a Vicenza con Giuse perchè sanno già che andrebbero là a giocare con i videogames... quindi a cosa serve loro la mappa se conoscono il posto come le loro tasche??? Ecco, se qualcuno potesse spiegarmi questa cosa mi farebbe un grande favore.
    Luca Mattarolo

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  6. Comunque alla 29^ riga dalla fine verso l'inizio c'è ancora un problema... avete dato un invio per sbaglio o ancora problemi con i codici html?
    Luca Mattarolo

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  7. Mh.
    Non so se si è notato, ma sono 2 imbranati cronici. Spero basti. xD

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  8. Lo capisco, ma i miei non vogliono che passo troppo tempo.

    Ok bene, mi piace.Ora cominciate a lavorare al secondo capitolo che il tempo stringe....

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  9. avevo messo tutte le correzioni e non so cosa sia successo perchè le ho perse per strada.
    Comunque riguardavano un paio di congiuntivi da risistemare....

    (Lo capisco, ma i miei non vogliono che passo troppo tempo......che passi troppo tempo)

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